
Fake news: possibili scenari di evoluzione del fenomeno
Misinformazione, disinformation o fake news: come lo vogliate chiamare, il problema delle informazioni errate apre una serie di ipotesi davvero raccapriccianti. Insieme abbiamo deciso di ragionare circa l’impatto che il fenomeno della mala informazione può generare sulla nostra società e quale ruolo svolgano l’informatica e tutte le tecnologie digitali in questo scenario.
Siete pronti? Siamo in partenza.
Sommario degli argomenti
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Cosa sono le fake news
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Perché le fake news vengono diffuse intenzionalmente?
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Come riconoscere una fake news?
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Il futuro delle fake news
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Scenario 1: le fake news saranno meno, e la qualità dell’informazione online migliore
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Scenario 2: le fake news saranno di più, e la qualità dell’informazione online peggiore
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Conclusioni
Analizziamo il significato di fake news e quale impatto hanno sulla cybersecurity
“Notizie false”: questa la traduzione letterale dall’inglese di “fake news”.
Tuttavia, la locuzione “fake news” significa molto di più.
Il termine è di uso comune a partire dai primi decenni del XXI secolo.
Il significato di fake news è estrapolabile da questa definizione:
informazione in parte o del tutto non corrispondente al vero, divulgata intenzionalmente o inintenzionalmente attraverso il Web, i media o le tecnologie digitali di comunicazione e caratterizzata da un’apparente plausibilità.
Questa è la definizione dell’enciclopedia Treccani.
Il modo in cui gli esseri umani comunicano ha subito un continuo mutamento, passando dai gesti, alle parole, alla scrittura e poi ai mezzi di comunicazione più complessi come il telegrafo, il telefono, la stampa e la televisione.
Con l’avvento di Internet, la diffusione delle informazioni ha fatto un ulteriore salto: sono state abbattute tutte le barriere spazio-temporali, permettendo a chiunque di trovare e condividere informazioni sul Web.
Questo ha influenzato in positivo lo sviluppo sociale e scientifico, ma ha anche causato la nascita di alcuni problemi nell’individuare la veridicità delle informazioni, che possono venire accidentalmente o intenzionalmente modificate.
Dal 2016, la locuzione fake news è entrata nel lessico comune come neologismo in seguito alla campagna elettorale di Donald Trump contro i mezzi d’informazione.
Nel 2018 si è affermato l’uso di un altro termine; postverità.
Questa parola indica una “pseudoverità costruita attraverso scelte individuali e collettive che fanno perno sull’emotività e le convinzioni condivise dall’opinione pubblica, prescindendo del tutto o in parte dalla conformità con il reale”.
È proprio dell’essere umano, infatti, farsi prendere dall’emotività e credere quindi alle notizie che più confermano quello che è il suo pensiero preesistente (secondo un bias cognitivo detto “di conferma”).
Le fake news sono sempre esistite, ciò che le ha rese un problema moderno sono i media e i social molto rapidi nella diffusione di informazioni.
Negli ultimi due anni, in seguito al susseguirsi della pandemia Covid-19, il fenomeno delle fake news ha raggiunto livelli di diffusione mai visti.
Secondo l’Osservatorio sulla disinformazione online di Agcom, la diffusione delle informazioni fake ha subito una crescita del 5,5%,.
Si parla infatti negli ultimi tempi anche di “infodemia” cioè di una vera e propria epidemia di informazioni, troppo spesso false o inaccurate.
- Per convincere le persone per motivi politici o economici.
- Al fine di sfruttare i temi di tendenza e generare più traffico su siti web fraudolenti, secondo un fenomeno chiamato “click-baiting”.
- Per portare le persone a cliccare o aprire contenuti fraudolenti (phishing), facendo leva su emozioni come curiosità, paura, indignazione.
Riconoscere una fake news da una notizia vera può rivelarsi più complesso di quanto si pensi.
Proprio a causa di questo eccesso di informazioni e di dati provenienti dai diversi media, persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali cadono nel vortice della disinformazione. Ecco, quindi, qualche consiglio per riconoscere una fake news:
- Di fronte ad un’informazione, trovare sempre la fonte primaria da cui proviene. Spesso anche grandi giornali come il “New York Times” o “Repubblica” commettono scivoloni.
- Cercare se ci sono i link alle fonti. Un articolo senza link alle fonti infatti non è affidabile. In seguito, si può cliccare sui link per verificare.
- Andare sempre oltre il titolo, che può essere click bait. Resta necessario leggere prima tutta la notizia prima di decidere se eventualmente condividerla.
- Controllare i fatti citati attraverso una ricerca su Google e sui siti ufficiali.
- Tenere conto di quali sono gli obiettivi della fonte che si sta consultando.
- Diffidare delle informazioni scritte in modo non corretto: fate attenzione alla presenza di errori di ortografia nel testo, potrebbe trattarsi di phishing.
- Tenere conto dei propri pregiudizi, che potrebbero portarci a credere a ciò che desideriamo credere.
- Chiedere consiglio agli esperti.
- Usare risorse specializzate per la verifica delle informazioni e i siti di debunking, cioè quelli che si dedicano a smontare le notizie false.
Possibili scenari relativi alla sempre più invadente diffusione delle fake news
Ipotizziamo di catapultarci nel futuro: che cosa accadrà tra dieci anni al fenomeno delle fake news?
Cosa succederà alla disinformazione online?
Gli esperti hanno ipotizzato due diversi scenari in cui potrebbe evolversi il fenomeno delle fake news:
1. Tra dieci anni le fake news saranno meno e la qualità dell’informazione online migliore.
2. Tra dieci anni la qualità delle informazioni online peggiorerà: fake news e disinformazione saranno ancora più presenti online.
Vediamoli adesso nel dettaglio.
Nei prossimi 10 anni le fake news diminuiranno e la qualità dell’informazione online migliorerà
Alcuni esperti sostengono che la qualità delle informazioni online nei prossimi anni migliorerà.
Questo principalmente perché la tecnologia aiuterà ad etichettare, filtrare e vietare la disinformazione. Infatti, gli esseri umani nella storia hanno sempre trovato un modo per migliorarsi e superare i loro problemi. Piattaforme come Google o Facebook scriveranno algoritmi in grado di incorporare anche l’etica e la morale. I più speranzosi, quindi, ritengono che, grazie all’implementazione delle tecnologie sarà possibile filtrare le informazioni senza limitare la libertà di parola.
Alcuni esperti hanno ipotizzato, in uno scenario futuro, anche una “valutazione di affidabilità” dei contenuti online, dei punti vendita e degli indirizzi IP. Con magari dei filtri secondo i quali gli utenti potranno inserire il grado di affidabilità della fonte che desiderano trovare.
Altri esperti immaginano un sistema di sanzioni finanziarie per chiunque metta in giro volontariamente notizie false per “click baiting”. Visto che uno dei motivi per cui vengono diffuse è economico, questo potrebbe essere un buon sistema per limitarne la creazione e la diffusione. Altri ancora ipotizzano un’implementazione della sicurezza dei software, in un’ottica che vada di pari passo con la sicurezza nazionale.
C’è anche chi, in uno scenario futuro in cui le fake news diminuiranno, prevede la nascita di sanzioni politiche e amministrative per coloro che ne promuoveranno la diffusione, oppure di sanzioni provenienti dai social network stessi, che potrebbero bannare a vita queste persone.
Un altro tema affrontato dagli esperti che vedono una speranza nel futuro della qualità dell’informazione online è il miglioramento nella capacità del pubblico di individuare le notizie vere e le fake news. Ipotizzano, infatti, che ci sarà un’alfabetizzazione informatica maggiore e altre forme di assistenza che aiuteranno le persone ad essere consumatrici più attente di contenuti online.
In sintesi, gli esperti più ottimisti predicono che:
- L’educazione al riconoscimento delle fake news sarà insegnata alle scuole primarie e secondarie
- Chi fornisce informazioni diventerà legalmente responsabile del contenuto di queste informazioni
- Le fonti attendibili domineranno il web di superficie.

Le fake news saranno sempre più diffuse e la qualità dell’informazione online peggiorerà
La maggior parte degli esperti ritiene che non ci sarà un miglioramento del fenomeno delle fake news (anzi, questo potrebbe peggiorare nel tempo), dà la colpa alla natura umana.
In molti sostengono, infatti, che la tecnologia non possa migliorare la natura umana. Al contrario, il lato peggiore dell’umanità, secondo alcuni, viene amplificatoproprio dalle nuove tecnologie che diffondono false verità.
Qualunque saranno le nuove misure di sicurezza messe in atto non riusciranno ad arginare l’azione dei criminali informatici, che addirittura, si adatteranno. Ricordiamoci sempre che la disinformazione non è un problema informatico ma umano.
Tra gli esperti, molti ritengono che la continua crescita di Internet e l’innovazione digitale consentiranno sempre a più persone e all’intelligenza artificiale di creare e diffondere narrazioni manipolative.
La propaganda e la manipolazione sono tattiche vecchie quanto il genere umano, ma la velocità, la portata e il basso costo della comunicazione online renderanno questi fenomeni sempre più ampi e pericolosi.
Gli esseri umani, infatti, sono per natura egoisti, ingenui e si lasciano prendere dall’emotività, riponendo massima fiducia in ciò che sembra a loro familiare e che conferma i loro bias; quindi, mineranno sempre a un ambiente informativo sano. In più, la storia ci ha insegnato che i sistemi sociali, economici e politici vigenti traggono maggior profitto quando il sistema dell’informazione è in subbuglio.
Questi, quindi, non sono motivati a prendere provvedimenti per migliorare il sistema di diffusione di informazioni online.
Alcuni ritengono poi, che l’unico modo per limitare la disinformazione online sarebbe un sistema di censure e di violazioni della privacy : una strada non percorribile in una società aperta e democratica.
Infatti, coloro che sposano il filone di pensiero secondo cui il sistema di informazioni online peggiorerà ritengono che l’implementazione delle nuove tecnologie non basterà per salvare la società dalle distorsioni e dalle bugie.
Gli algoritmi sono troppo facili da controllare e anche se creeremo nuove tecnologie per controllare la diffusione fake news, queste non saranno comunque tali da arginare il fenomeno.
Comunque, sia chi predice uno scenario speranzoso sia chi così ottimista non lo è, concorda che è necessaria un’azione tempestiva su due aree:
- alfabetizzazione informatica per le persone di ogni età;
- rafforzamento della sicurezza dell’informazione online.
In conclusione, pur essendo il fenomeno delle fake news fortemente legato alla natura umana, a causa dell’avvento di Internet e dei nuovi media, negli ultimi anni ha raggiunto una portata enorme, preoccupante e mai vista prima.
Il presente non è certamente dei migliori, ma non si sa quale potrà essere il futuro dell’informazione online. Alcuni esperti ipotizzano che nei prossimi dieci anni il fenomeno delle fake news peggiorerà. Secondo questo filone di pensiero, il genere umano rimarrà per natura egoista, opportunista e portato a credere a ciò che conferma i suoi bias. Inoltre, le nuove tecnologie saranno ancora più veloci ed efficaci, e la disinformazione online non verrà limitata, perché questo vorrebbe dire censurare e minare alla privacy delle persone. Altri esperti ipotizzano invece che nei prossimi dieci anni il fenomeno delle fake news migliorerà: creeremo nuovi sistemi di sicurezza e di misura dell’affidabilità dei contenuti. Solo così diventeremo anche noi più bravi a riconoscere le notizie vere da quelle meno vere, grazie a una maggiore alfabetizzazione informatica.
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Difendo le imprese e semplifico la vita all’IT manager con un servizio di sicurezza informatica che garantisce le attività aziendali 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Sono l’interlocutore ideale per le aziende di produzione industriale con più di 50 dipendenti, con responsabile informatico interno e consapevoli che la sicurezza informatica sia un valore con cui tutelano i clienti.
La volontà di proteggere imprese, dati e persone, mi ha fatto fondare Onorato Informatica, azienda con più 15 anni di attività, oltre 4500 clienti e più un milione di attacchi informatici sventati.
La passione per il mio lavoro mi porta spesso ad essere chiamato come relatore in eventi formativi sul tema della sicurezza informatica presso associazioni di imprese, di professionisti e università.