Come abbiamo visto di recente, soprattutto a proposito del conflitto russo-ucraino, il concetto di “guerra” sta progressivamente cambiando volto.
In un ambiente sempre più digitalizzato, ormai si parla di cyber war, una nuova forma di lotta digitale in cui operazioni difensive e offensive diventano sempre più automatizzate, tecnologiche e “intelligenti”.
Ma che ruolo riveste l’Intelligenza artificiale in questo contesto?

In questo articolo approfondiremo il concetto di guerra cibernetica, indagando opportunità difensive e sfide che tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale possono offrire in ambito bellico.
- Guerra cibernetica: definizione e contesto
- Il conflitto russo-ucraino come banco di prova per l’applicazione dell’IA
- Le potenzialità dell’intelligenza artificiale nella cyber war: rilevazione e difesa avanzata
- I rischi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella cyber war: offensive automatizzate e manipolazione delle informazioni
- Bilanciare le opportunità e le sfide: una riflessione sull’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale
- Prospettive future: l’IA come strumento chiave nella guerra cibernetica e la necessità di politiche di regolamentazione
Guerra cibernetica: definizione e contesto
Il concetto di “guerra cibernetica” si riferisce a un conflitto che coinvolge operazioni offensive e difensive nel campo della tecnologia informatica e delle reti di computer.
È un’arena in cui le nazioni, le organizzazioni o gli hacker si impegnano nell’uso di risorse informatiche, tecnologie e strategie al fine di:
- condurre attacchi
- proteggere le proprie risorse
- influenzare gli altri attori nello spazio cibernetico
Nel contesto della cyberwar, gli obiettivi possono includere:
- danneggiamento, manipolazione o furto di dati sensibili
- interruzione dei servizi essenziali
- infiltrazione e il controllo di infrastrutture critiche
- diffusione di disinformazione o propaganda
La guerra cibernetica si è evoluta come una forma di conflitto contemporaneo, diventando una componente chiave delle sfere militari, di intelligence e di sicurezza.
Infatti, gli attacchi informatici possono arrivare a causare danni significativi anche nel mondo reale, compromettendo:
- infrastrutture
- economia
- sicurezza nazionale
di intere Paesi.
La natura della guerra cibernetica presenta sfide uniche, poiché le frontiere digitali non seguono confini geografici e le minacce possono provenire da attori statali, non statali o persino da individui indipendenti.
Inoltre, l’aspetto anonimo e la possibilità di nascondere le proprie tracce online rendono difficile l’attribuzione degli attacchi e la responsabilizzazione degli aggressori.
Analizziamo, dunque, la sempre più stretta correlazione tra i moderni conflitti cibernetici e l’evoluzione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale.
Il conflitto russo-ucraino come banco di prova per l’applicazione dell’IA
Come staimo osservando negli ultimi tempi, l’Ucraina è effettivamente un banco di prova per l’uso dell’IA nei conflitti armati, come ha affermato l’esperto di difesa informatica della Columbia University Stephen Biddle.
Ovviamente, la Federazione russa non è l’unico paese che sta testando e dispiegando questa tecnologia in ambiti bellici: anche la coalizione NATO sta fornendo strumenti di difesa di ultima generazione al governo ucraino.
Soprattutto, ad essere scese in campo sono le società coinvolte nello sviluppo di armi autonome e intelligenza artificiale applicata per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
Ritornando alla difesa NATO, come stanno agendo le società più influenti nel settore informatico e tecnologico?
- La società SpaceX di Elon Musk aiuta i servizi di intelligence ucraini tramite i suoi satelliti Starlink, per poter avere la meglio in campo di battaglia.
- Palatir, impresa americana specializzata in analisi dei dati, fonisce a Kyiv strumenti basati sull’IA capaci di analizzare gigabyte di dati per aiutare vari comandi a comprendere l’andamento di un conflitto in tempo reale, valutare luoghi, obiettivi e movimenti delle truppe e prendere decisioni con il maggior numero di informazioni a disposizione
L’obiettivo comune è la “fusione di sensori“, in cui le informazioni provenienti da diverse fonti vengono “triangolate”, creando un quadro più completo del campo di battaglia.
Passiamo, quindi, ad analizzare gli aspetti concettuali legati ad AI e al suo impiego nella cyberwar.
Le potenzialità dell’intelligenza artificiale nella cyber war: rilevazione e difesa avanzata
Nel contesto della guerra cibernetica, l’intelligenza artificiale interviene nella rilevazione e nella difesa avanzata, offrendo un approccio innovativo e automatizzato per affrontare le minacce informatiche.
Ecco alcuni modi in cui l’IA interviene in questo ambito:
- Analisi dei dati: l’IA può analizzare grandi quantità di dati provenienti da varie fonti, come log di eventi, registri di accesso, informazioni sul traffico di rete e dati di telemetria. Questo permette di identificare pattern e comportamenti anomali che potrebbero indicare attività malevole. Gli algoritmi di apprendimento automatico vengono addestrati sui dati storici per identificare gli indicatori di compromissione e apprendere i modelli di attacco noti
- Rilevazione delle minacce avanzate: grazie agli algoritmi di apprendimento automatico, l’IA può rilevare minacce informatiche avanzate, come attacchi mirati, malware sofisticati e tecniche di evasione. Attraverso l’analisi dei dati, l’IA può identificare comportamenti anomali che potrebbero essere indicativi di un attacco in corso. Questo consente di rilevare le minacce in tempo reale e di intraprendere azioni di difesa appropriate
- Apprendimento continuo: gli algoritmi di IA possono apprendere continuamente dai nuovi dati, permettendo di adattarsi alle nuove minacce e alle tattiche degli aggressori. Man mano che vengono raccolti e analizzati dati aggiuntivi, l’IA può migliorare la sua capacità di rilevazione, identificando nuovi pattern e modelli di attacco. Questo apprendimento continuo consente di mantenere una difesa avanzata contro minacce in costante evoluzione
- Automazione della risposta agli attacchi: una volta rilevata una minaccia, l’IA può intraprendere azioni di difesa in tempo reale senza l’intervento umano. Ciò può includere l’isolamento delle parti della rete compromesse, il blocco degli indirizzi IP sospetti o l’applicazione di politiche di sicurezza specifiche. L’automazione consente di rispondere rapidamente agli attacchi, riducendo i tempi di reazione e minimizzando gli effetti negativi.
- Analisi comportamentale: l’IA può analizzare i comportamenti degli utenti e delle applicazioni all’interno di una rete per identificare attività sospette o insolite. Questo può includere l’individuazione di accessi non autorizzati, l’identificazione di tentativi di phishing o l’analisi delle comunicazioni che potrebbero indicare una possibile minaccia. L’IA può individuare in modo proattivo i potenziali attacchi basandosi sui comportamenti anomali.
Complessivamente, l’intervento dell’IA nella rilevazione e nella difesa avanzata nella guerra cibernetica offre:
- capacità di analisi approfondita
- risposta tempestiva agli attacchi
- protezione continua contro minacce informatiche sempre più sofisticate
I rischi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella cyber war: offensive automatizzate e manipolazione delle informazioni
Dopo la breve panoramica sui vantaggi, osserviamo più attentamente il risvolto negativo della medaglia, ovvero i rischi connessi all’IA in un contesto di guerra cibernetica.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nella cyber war presenta anche alcuni rischi significativi, tra cui le offensive automatizzate e la manipolazione delle informazioni. Ecco una spiegazione più approfondita di questi rischi:
- Offensive automatizzate: l’IA può essere utilizzata dagli aggressori per automatizzare gli attacchi informatici. Grazie all’IA, gli attaccanti possono sviluppare strumenti sofisticati in grado di individuare vulnerabilità, eseguire attacchi mirati e sfruttare le debolezze dei sistemi in modo rapido ed efficiente. L’automazione degli attacchi informatici aumenta la scala e la velocità degli attacchi, rendendo più difficile per le difese reagire e mitigare gli effetti degli attacchi
- Manipolazione delle informazioni: l’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata per manipolare e diffondere informazioni false o disinformazione su larga scala. Gli algoritmi di IA possono essere addestrati per creare e diffondere notizie false, spam, propaganda o messaggi di odio. Questo può influenzare l’opinione pubblica, destabilizzare le relazioni internazionali e causare confusione e divisioni nella società. La manipolazione delle informazioni è diventata una forma di guerra cibernetica in cui la verità e l’affidabilità delle fonti diventano sempre più difficili da determinare
- Bias dell’IA e discriminazione: l’utilizzo dell’IA nella cyber war può portare a problemi di bias e discriminazione. Gli algoritmi di apprendimento automatico sono addestrati su grandi quantità di dati, e, se questi dati contengono pregiudizi o discriminazioni, l’IA può perpetuarli o amplificarli. Ciò può avere conseguenze negative nella valutazione delle minacce e nella selezione delle vittime degli attacchi, portando a discriminazioni ingiuste o ingiustificate
- Superamento delle difese: gli algoritmi di apprendimento automatico possono essere addestrati per evitare la rilevazione e l’analisi dei sistemi di sicurezza, eludendo le misure di protezione e infiltrandosi nelle reti senza essere rilevati. Ciò rende più difficile per le difese proteggere le reti e i sistemi informatici dagli attacchi avanzati basati sull’IA.
Bilanciare le opportunità e le sfide: una riflessione sull’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale
L’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale richiede una riflessione approfondita sulle opportunità e le sfide che essa presenta.
È fondamentale trovare un equilibrio tra l’adozione dell’IA per migliorare la sicurezza informatica e la gestione dei rischi associati.
Ecco alcune considerazioni in proposito:
- Etica e responsabilità: le decisioni prese dagli algoritmi di IA devono essere conformi ai principi fondamentali dei diritti umani, della privacy e della protezione dei dati. È importante garantire la trasparenza, l’accountability e il controllo umano sulle decisioni prese dall’IA
- Valutazione e mitigazione dei rischi: prima di implementare l’IA nella cyber war, è necessario valutare attentamente i potenziali rischi associati. Ciò include l’analisi delle implicazioni per la sicurezza, la privacy, la stabilità delle reti e delle infrastrutture, nonché l’analisi degli impatti sociali ed economici. È essenziale adottare misure di mitigazione dei rischi per affrontare i potenziali effetti negativi
- Trasparenza e comprensibilità: gli algoritmi devono essere trasparenti e comprensibili. Ciò significa che le decisioni prese dall’IA devono essere tracciabili e spiegabili, in modo che gli operatori e gli esperti di sicurezza possano comprendere le ragioni alla base delle azioni intraprese
- Collaborazione e scambio di informazioni: la cyber war è una sfida globale che richiede una collaborazione internazionale e il condividere informazioni sulla minaccia e sulle tattiche degli aggressori. È importante creare meccanismi di cooperazione tra le nazioni, le organizzazioni internazionali e il settore privato per affrontare in modo collettivo le minacce informatiche e condividere le migliori pratiche nell’utilizzo dell’IA
- Governance e regolamentazione: è necessario sviluppare politiche, leggi e regolamenti appropriati per governare l’uso dell’IA nella cyber war. Questi devono affrontare questioni come la sicurezza, la privacy, la responsabilità, la protezione dei dati e l’uso etico degli algoritmi di intelligenza artificiale. Una governance efficace, infatti, aiuta a mitigare i rischi e a garantire che l’Intelligenza Artificiale sia utilizzata in modo responsabile e nell’interesse della sicurezza globale.
Prospettive future: l’IA come strumento chiave nella guerra cibernetica e la necessità di politiche di regolamentazione
Come abbiamo visto, la “guerra moderna” è ambientata principalmente in un contesto digitale, in cui i medesimi strumenti posso rappresentare tanto una minaccia, quanto un’opportunità di mitigazione del rischio.
In tal senso, l’intelligenza artificiale può rivelarsi un utile strumento volto a:
- ridurre la dipendenza dall’intervento umano
- migliorare l’efficienza delle operazioni di sicurezza
- mitigare i rischi associati agli attacchi informatici
Allo stesso modo, però, l’IA, se utilizzata da attori malintenzionati, può contribuire a:
- automatizzare le azioni offensive
- diffondere fake news e disinformazione
- bypassare rilevamento e blocco da parte dei sistemi di difesa
In quest’ottica, diventa quindi fondamentale sviluppare e implementare:
- politiche
- regolamenti
- standard etici
per l‘uso responsabile dell’IA tanto in ambito cyber war, quanto nel contesto cibernetico generale.
In definitiva, bilanciare le opportunità e le sfide nell’utilizzo responsabile dell‘IA nella cyber war richiede una considerazione attenta di vari aspetti, tenendo presente gli impatti tecnologici, etici, sociali e legali.
Solo attraverso un approccio olistico e collaborativo si può massimizzare il valore dell’intelligenza artificiale nella sicurezza informatica e mitigare i rischi di qualsiasi conflitto cibernetico.
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Iasmin Prati ha raggiunto il suo quarto di secolo, e il suo CV sembra una mappa concettuale. Cosa c’è in comune a tutte le sue attività? La sensibilizzazione per la libertà d’espressione e la particolare attenzione alle tematiche etiche.