Gli Smurf Attack si sono affermati come una forma di attacco distribuito denial of service (DDoS) particolarmente dannosa.
Sfruttano il protocollo ICMP per sovraccaricare le reti di destinazione, generando un’enorme quantità di traffico che può impedire la navigazione agli utenti legittimi.
In questa guida, esploreremo gli attacchi Smurf, le loro varianti e le strategie di mitigazione per proteggersi da questa minaccia in costante evoluzione.

- Origine e funzionamento dell’attacco Smurf: una panoramica introduttiva
- Come funziona e quali danni può causare uno Smurf Attack
- Nuove varianti e tecniche avanzate degli attacchi Smurf
- Metodi di mitigazione: come difendersi dagli attacchi Smurf
- Considerazioni conclusive sugli attacchi Smurf
Origine e funzionamento dell’attacco Smurf: una panoramica introduttiva
L’attacco Smurf è un tipo di attacco distribuito denial of service (DDoS) che sfrutta il protocollo Internet Control Message Protocol (ICMP) per sopraffare una rete di destinazione.
Prende il nome dai personaggi dei fumetti “The Smurfs” (I Puffi), perché sfrutta la loro caratteristica di cooperare in team.
Tuttavia, per poterne comprendere le dinamiche, è necessario fare un passo indietro e analizzare i concetti di:
ICMP
Protocollo di rete utilizzato principalmente per:
- segnalazione di errori
- gestione della congestione di rete
- testing di connettività all’interno di una rete IP
ICMP è parte integrante del protocollo IP (Internet Protocol) ed è utilizzato da dispositivi di rete, come router, switch e host, per scambiare informazioni di controllo e segnalare varie condizioni di rete.
I messaggi ICMP sono incapsulati all’interno dei pacchetti IP e consegnati al destinatario tramite il normale inoltro IP.
Alcuni dei principali utilizzi di ICMP includono:
- Echo Request/Reply (ping): utilizzato per inviare un messaggio di richiesta di eco (ping) a un host specifico e ricevere una risposta di eco (pong) da parte di tale host per verificare la connettività e il tempo di risposta
- Segnalazione degli errori di rete, come: destinazione non raggiungibile, timeout, frammentazione errata, congestione di rete, ecc.
- Redirezionamento del percorso: ICMP può essere utilizzato per informare i dispositivi di rete sul percorso migliore da seguire per raggiungere una destinazione specifica.
- Time Exceeded: che segnala quando un pacchetto ha superato il tempo massimo consentito per essere consegnato, ad esempio a causa di un loop di routing o di una congestione di rete
Attacco DDoS
Questi tipo di attacco informatico consiste nell’invio di enormi quantità di traffico verso un sito web o un servizio online al fine di sovraccaricare i server e renderli inutilizzabili.
Per fare ciò, i malintenzionati sfruttano il concetto di dominio di broadcast, ovvero un gruppo di dispositivi in grado di scambiarsi dati simultaneamente. In un attacco DDoS, il traffico generato può facilmente sovraccaricare tutti i dispositivi all’interno del dominio di broadcast, bloccando il servizio.
Ed infine troviamo l’indirizzo IP di broadcast, un indirizzo speciale utilizzato per inviare simultaneamente pacchetti a tutti gli host presenti in una determinata rete
Come funziona e quali danni può causare uno Smurf Attack
Analizziamo, dunque, in dettaglio il meccanismo di funzionamento di uno Smurf Attack:
- L’attaccante sfrutta pacchetti ICMP echo request (ping) inviandoli a indirizzi di broadcast IP, tuttavia l’indirizzo IP di origine in questi pacchetti è falsificato per corrispondere all’indirizzo IP della vittima
- Questi pacchetti di richiesta di echo vengono inviati a tutti gli host nella rete di destinazione
- Tali host, ricevendo le richieste di echo, rispondono inviando pacchetti ICMP echo reply (pong) all’indirizzo IP della vittima
- A causa del gran numero di richieste di echo inviate a indirizzi di broadcast, tutti gli host nella rete di destinazione rispondono contemporaneamente alla vittima, generando un elevato carico di traffico
- L’ampiezza dell’attacco viene amplificata poiché gli host rispondono simultaneamente
A questo punto, l’attacco Smurf può:
- sovraccaricare la larghezza di banda della vittima
- congestionare i suoi dispositivi di rete
- rendere la rete inutilizzabile per gli utenti legittimi
Nuove varianti e tecniche avanzate degli attacchi Smurf
Una categorizzazione generica distingue tra i attacchi Smurf di base e attacchi Smurf avanzati.
Gli Smurf di base sono incredibilmente efficaci, anche se estremamente semplici. Consistono nell’invio di una serie di pacchetti di richiesta ICMP all’indirizzo di broadcast di una singola rete di destinazione, il che porta ogni dispositivo nel sistema a rispondere con un’eco alla richiesta. Il risultato finale è una quantità enorme di traffico che sovraccarica l’intero sistema, finendo per causarne il crollo.
Gli Smurf avanzati, invece, rappresentano una vera e propria evoluzione rispetto a quelli di base. Qui gli aggressori impostano le fonti delle richieste di eco in modo da attaccare contemporaneamente molteplici bersagli, rallentando così una porzione più ampia di rete.
Tra le sofisticazioni applicate in quest’ultimo caso si possono annoverare:
- Impiego di botnet, ovvero reti di dispositivi compromessi sotto il controllo degli attaccanti. Le botnet consentono agli aggressori di coordinare un grande numero di sistemi compromessi per inviare simultaneamente richieste di echo a indirizzi di broadcast. Questo comporta un incremento significativo dell’ampiezza dell’attacco, rendendone più difficile la mitigazione
- Tecniche di spoofing degli indirizzi IP, volte a nascondere la loro identità e rendere più complesso il tracciamento. Utilizzando l’IP spoofing, gli aggressori possono falsificare l’indirizzo IP di origine dei pacchetti ICMP, mascherando la loro vera identità e rendendo più complicata l’individuazione e la risposta all’attacco
- Utilizzo di pacchetti ICMP con dimensioni ingannevoli: gli hacker possono anche inviare pacchetti ICMP con un payload di dati più grande del normale. Questo sfrutta l’amplificazione del traffico generato dalle risposte ICMP degli host nella rete di destinazione, causando un aumento significativo del carico di traffico verso la vittima
- Tecniche di attacco DDoS (Distributed Denial of Service) che utilizzano protocolli diversi da ICMP, ma mirano a ottenere un effetto di amplificazione simile a quello degli attacchi Smurf. Ad esempio, possono sfruttare protocolli come NTP (Network Time Protocol) o DNS (Domain Name System) per inviare richieste a server aperti o male configurati, che risponderanno con pacchetti di dimensioni maggiori alla vittima, amplificando l’attacco
Metodi di mitigazione: come difendersi dagli attacchi Smurf
La prevenzione degli Smurf Attack si gioca su due livelli:
- evitare di essere direttamente attaccati
- evitare di essere usati come amplificatori per l’attacco
Nel primo caso, è fondamentale monitorare costantemente la propria rete per individuare eventuali attività sospette. Inoltre, l’utilizzo di firewall e di un sistema antivirus di nuova generazione può aiutare a rilevare e bloccare gli attacchi in arrivo.
Nel secondo caso, invece, è importante:
- bloccare il traffico di broadcast proveniente da altre reti
- configurare i router e gli host in modo che non rispondano alle query echo ICMP
- impostare filtri in uscita sul router perimetrale, per impedire l’uscita di traffico contraffatto
Un’ulteriore precauzione da prendere è quella di aumentare la ridondanza, ovvero distribuire i server su più data center e utilizzare un servizio DNS ospitato nel cloud.
Considerazioni conclusive sugli attacchi Smurf
La mitigazione degli attacchi Smurf richiede l’implementazione di contromisure adeguate, come:
- il filtraggio del traffico ICMP
- la protezione contro l’IP spoofing
- l’uso di sistemi di monitoraggio e rilevamento degli attacchi
Tuttavia, gli attacchi Smurf continuano a evolversi con nuove varianti e tecniche avanzate, richiedendo un costante aggiornamento delle difese.
È fondamentale che le organizzazioni rimangano vigili, implementino le migliori pratiche di sicurezza e adottino soluzioni di difesa aggiornate per mitigare l’impatto di tali minacce e mantenere la sicurezza e la disponibilità delle reti.
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Sono un giovane italo-tunisino appassionato della camminata. Da piccolo cambiavo sempre il mio tragitto per andare a scuola e nel 2008 mi trasferivo in Italia per iniziare un nuovo cammino.
Questa passione mi ha consentito di raggiungere importanti traguardi formativi, quali il diploma come perito tecnico industriale con il massimo dei voti e la laurea triennale in ingegneria biomedica.
Attualmente, sono uno studente laureando alla magistrale di Biomedical Engineering. Di recente ho vinto l’assegnazione della Cybersecurity Scholarship 2021 – 2022 Cisco.